Non è sempre possibile costruire il futuro per i nostri giovani. Ma possiamo formare i nostri giovani per il futuro”.
F.D. Roosvelt

 

L’evoluzione della società contemporanea e il diffuso benessere cui le varie innovazioni tecnologiche ci hanno abituato hanno comportato un allungamento della vita media che, quale conseguenza, ha indotto uno spostamento dell’attenzione su adulti ed anziani, a scapito dei giovani. Le giovani generazioni, cioè, sono gradualmente diventate oggetto di attenzione solo in una prospettiva risolutiva di disagi conclamati.

La riprova di questa considerazione si ha nelle attuali politiche giovanili che vari Paesi cercano di attuare: politiche che dimenticano la straordinaria potenzialità che l’entusiasmo e le energie giovanili hanno quali motori della società. Nel volgere di un solo cinquantennio, infatti, i giovani sono passati da cittadini pronti a dare la vita per la patria a “bamboccioni”. Le modificazioni sociali, da sole, non sono sufficienti per spiegare la scarsa considerazione per un mondo giovanile lasciato sempre più a se stesso.

In questa prospettiva, Attendiamoci ha da subito operato un’opzione fondamentale: spendersi a servizio di quei giovani che il mondo degli adulti non soltanto ha dimenticato ma – peggio – relegato ad una incomprensibile marginalità.. Lavorare a servizio della formazione giovanile, infatti, è l’unico modo per assicurare a tutta la società un futuro prospero e ricco di speranza.

L’azione di Attendiamoci è difficilmente comprensibile se la si guarda in maniera superficiale: di fronte ai tanti mali che affliggono il mondo non si capisce l’esigenza di coinvolgere tanti giovani nel servizio ad altrettanti giovani. Apparentemente, le tante miserie che colpiscono la nostra società renderebbero meno necessario garantire alle giovani generazioni la possibilità di fiorire. Ma senza fioritura, l’albero non porta frutti; e senza frutti, non c’è speranza di futuro.

Ecco allora che l’unico modo per una solidarietà intergenerazionale che veda gli adulti a servizio dei giovani di oggi perché questi ultimi siano gli adulti (veri!) di domani passa da questo faticoso e silenzioso lavoro educativo. Un lavoro che evita l’insorgenza di tanti e preoccupanti disagi, mentre assicura che il potenziale inespresso dei giovani raggiunga la sua pienezza. Ricorrendo al modello maestro-discepolo, Attendiamoci è stata da subito sognata e pensata come un grande catalizzatore di amicizie formative, in cui giovani un po’ più “adulti” e ben formati stiano accanto a giovani un po’ più “giovani” e in formazione per educarli, attraverso l’esempio, ad una vita piena, bella, ricca di futuro, ed orientata al bene comune.

Siamo convinti che questo sia un modello efficace per assicurare un futuro equo – in termini di solidarietà orizzontale – e solidale – in termini di solidarietà intergenerazionale – al nostro Paese e al mondo intero.